lunedì 29 marzo 2010

Il Rigoletto ferrarese

Un tributo al Rinascimento ferrarese questa produzione di Rigoletto terminata con la pomeridiana ieri al Teatro Comunale di Ferrara. Trasposizione di Mantova a Ferrara. Ecco qui alcune foto del back stage di questa avventura: un'acustica bellissima, luci veramente splendide e tre ruoli sui quali riflettere per me (Contessa di Ceprano, Giovanna e cover di Maddalena).


sorridente prima di una prova d'orchestra



con la regista Maria Cristina Osti dopo la recita di Rigoletto


la bella Ferrara dopo la pioggia


nei panni della Contessa di Ceprano prima di una recita di Rigoletto


 la locandina

La musica di Verdi è ricca di questo senso patrio d'appartenenza, di tutta la nostra italianità, della nostra storia fatta di microcosmi e di mille sfaccettature (come la realtà medievale e rinascimentale italiana, la realtà comunale, i piccoli paesini di provincia, il nostro vino, i nostri sapori), distilla proprio gli odori, gli umori e i sapori della pianura padana.
Io sono figlia della pianura padana, bergamasca combattiva, determinata e caparbia, figlia delle terre dell'"Albero degli zoccoli" di Olmi, figlia delle cose semplici, della provincia, adoro la campagna delle zone di Mantova, Busseto e Ferrara, amo anche la nebbia e gli argini del Po.
Riflettendo sulle ambientazioni di Rigoletto ho immaginato questa produzione come un ritorno a quelle che sono le mie radici contadine e comunali, il mio attaccamento alla storia e ai luoghi. Sono andata alle prove sempre in auto, era un viaggio del pensiero per entrare in un'altra epoca.

Altra cosa, a mio avviso, sulla quale si deve riflettere pensando a Rigoletto è l'amore incondizionato dei genitori per i propri figli - la frase che più mi commuove nell'opera è sentir dire a Gilda da Rigoletto : "il mio universo in te".
Ieri c'erano i miei genitori in sala, grazie a loro ed hai loro enormi sacrifici ho potuto studiare il canto, ciò che amavo, ed è per loro che ho cantato ieri il doppio ruolo dell'amante Contessa e di Giovanna-Giuda (in tempo Quaresimale ingannare Gilda per denaro ha una valenza metaforica più alta, quasi Gilda fosse un agnello sacrificale, come se attraverso la sua morte riscattasse quel mondo e lo epurasse da tutte le bassezze).